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Tra storia e leggenda

false e credenze e vere informazioni
su Duomo, Corporale e dintorni






reliquiario del S. Corporale
- Duomo di Orvieto -

[da alcuni anni il Sacro Lino
viene portato in processione all'interno
di un'altra teca; l'ultima volta che
il Reliquiario di Ugolino di Vieri uscì
per le vie di Orvieto fu nel 1990,
in occasione del settimo centenario
del Duomo; la solenne processione
fu presieduta da Giovanni Paolo II]






affresco del Miracolo di Bolsena
- Cappella del Corporale -
- Duomo di Orvieto -






Duomo di Orvieto





un balestriere del
Corteo Storico
del Corpus Domini

Si dice, si pensa, si scrive, si parla,…
In quasi otto secoli sono sorti racconti e leggende attorno al Duomo di Orvieto, al Miracolo di Bolsena e alle loro connessioni. Alcune ispirati a reali avvenimenti storici, altri probabilmente frutto di fantasia. Lungi dal voler ricreare in questa pagina il vademecum definitivo ed esaustivo su questi ricchissimi argomenti, proviamo a fare chiarezza su alcuni punti, provando a venire a capo di alcune questioni.

Il Miracolo di Bolsena e il Corpus Domini
Riguardo alle origini della Festività cristiana del Corpus et Sanguis Domini esistono due scuole di pensiero differenti: secondo la prima teoria il papa volle assecondare le visioni della Beata Giovanna da Liegi, secondo l'altra fu il Miracolo del Corporale, avvenuto nella chiesa di Santa Cristina a Bolsena nel 1263*, a far decidere Urbano IV.
L'unica cosa certa è che la solenne festività del Corpo e del Sangue del Signore fu istituita proprio ad Orvieto da Papa Urbano IV con la bolla Transiturus dell'11 agosto 1264, ad un anno dal Miracolo del Corporale.

Il Corporale e il Duomo
È opinione diffusa che il celeberrimo e magnifico Duomo di Orvieto sia stato edificato per custodire le reliquie del Miracolo di Bolsena: il Corporale mac-chiato di sangue e l'ostia da cui il sangue è sgorgato.
Forse non è proprio così; infatti gli Orvietani, allora ricchissimi, avevano da molto tempo in progetto di edificare una nuova cattedrale, dato che la vecchia era impraticabile (sul pavimento cresceva l'erba e per le cerimonie ufficiali, come l'incoronazione di San Luigi di Francia, si usava già da qualche anno la grande chiesa di San Francesco). Sta di fatto che si cincischiava un po' sia sull'aspetto che sull'esatta collocazione del nuovo duomo.
Di sicuro il miracolo di Bolsena e la permanenza di Papa Urbano IV ad Orvieto furono uno stimolo importante alla costruzione del preziosissimo tempio romanico-gotico, tanto da non esitare a demolire nel giro di pochi anni sia il vecchio duomo che un'altra chiesetta lì vicino.

Il Corteo Storico e il Corporale
Quando già il cantiere del Duomo era in piena attività (la prima pietra fu posta al Papa Niccolò IV nel novembre del 1290), Beltramo Monaldeschi, vescovo di Orvieto, commissionò al senese Ugolino di Vieri un imponente reliquiario per custodire il lino macchiato del sangue del Miracolo di Bolsena.
La superba opera di oreficeria giunse in città nel 1338, esattamente settantacinque anni dopo il miracolo, e gli Orvietani del periodo furono talmente impressionati dalla sua bellezza che modificarono la pianta della Cattedrale per aggiungere una cappella in cui ospitare il prezioso oggetto.
L'entusiasmo fu tanto che si volle festeggiare l'arrivo del reliquiario con una solenne processione, a cui presero parte le maggiori autorità cittadine (Podestà, Gonfaloniere di Giustizia, Consoli, Capitano del Popolo, rappresen-tanti delle milizie, nobili,…).
Da allora ad Orvieto si è perpetuata la solennità della processione con il Sacro Corporale, e da poco più di cinquant'anni a questa parte, al corteo religioso si è aggiunto quello storico, che vuole rievocare quella prima solenne processione.
Ecco quindi spiegato perché sfilano soltanto uomini (circa 400) in costumi trecenteschi. Se, come in molti credono, si trattasse di una rievocazione dell'arrivo del Corporale ad Orvieto, non si spiegherebbe il perché di una processione che si snoda all'interno di Orvieto (l'incontro del Papa con il Vescovo di ritorno da Bolsena avvenne a Rio Chiaro, fuori della cinta muraria), né il perché di un corteo composto di soli uomini (secondo le cronache del periodo non solo le autorità accompagnarono il Papa, ma una consistente folla di uomini e donne), né, tanto meno, la foggia degli abiti (il miracolo avvenne nel 1263, e tutt'altra era la 'moda' del periodo).

Le donne e il Corteo
Svelato l'arcano del corteo maschile, non possiamo esimerci dal parlare dell'ultimo nato: il corteo delle dame.
Eh già, la novità degli ultimi anni è stata la realizzazione di una sorta di corteo parallelo, stavolta tutto di donne, che sfila nel pomeriggio della vigilia della festa, partecipa ai vespri in Duomo, e gode dell'esibizione di musici, giullari e danzatrici in Piazza del Popolo.
Le dame, che idealmente accompagnavano i loro consorti convenuti ad Orvieto per prendere parte l'indomani alla solenne processione, assistono così ad uno spettacolo realizzato in loro onore, dando vita ad una sorte di gineceo medievale di forte impatto sugli spettatori.
Non c'è che dire, con l'introduzione di questa sfilata tutta al femminile, ci pare proprio che l'evento Corpus Domini sia ora politicamente corretto. E molto più ricco.


* Durante la messa celebrata da un sacerdote incredulo (da molti forse erroneamente identificato con Pietro da Praga), dall'ostia spezzata sgorgò del sangue che macchiò sia il corporale che la pietra dell'altare; l'ostia e il fazzoletto di lino furono subito portati ad Orvieto, dove risiedeva Papa Urbano IV e dove ancora oggi si conservano.
Secondo la leggenda fu lo stesso Corporale a decidere di venire dal Papa, continuano a spostarsi all'interno della chiesa di Santa Cristina a Bolsena, fino a quando fu posiziona-to su un carro trainato da due buoi indomiti, che subito si ammansirono e che condus-sero le reliquie fino ad Orvieto, seguendo un diverticolo della Via Francigena. Un masso però, ancora oggi visibile in località Sasso Tagliato (guarda caso), ostruiva il passaggio; all'avvicinarsi del carro il macigno si spezzò in due e permise il transito del corteo.
Qui finisce la leggenda.
La storia narra invece dell'incontro del corteo papale e dei quello orvietano sul ponte di Rio Chiaro (oggi Ponte del Sole), e della solenne officiatura del Corpus Domini (con il celeberrimo Lauda Sion) commissionata dal papa a San Tommaso d'Aquino, allora reggente della cattedra di teologia ad Orvieto.
E qui ricomincia la tradizione e la leggenda, che vogliono che il crocifisso della Chiesa di San Domenico abbia parlato a San Tommaso complimentandosi per gli inni composti e che San Bonaventura da Bagnoregio, anch'egli in procinto di scrivere una officiatura solenne per la stessa festività, abbia strappato tutto al sentire la bellezza delle lodi di San Tommaso.